I giovani non vanno più all’Università puntano alle Start-Up lunedì 14 ottobre 2013
Le nuove generazioni scelgono sempre meno di andare all’Università ma scelgono le Start-Up.
Questo è il quadro mondiale dei giovani oggi; senza dubbio gli studi universitari sono utili per chi è portato allo studio e alle specializzazioni teoriche, ma i ragazzi brillanti che ai quali i banchi e i libri vanno stretti è molto più utile la Start-Up.
Il sistema università = lavoro ormai non regge più, i giovani brillanti lasciano gli studi per fare impresa.
Negli USA esiste un College che spinge i ragazzi ad abbandonare gli studi perché chi ha detto che bisogna andare all’università per forza a 20 anni? Perché non prima, o dopo?
Lo scopo del College Americano è quello di spingere la gente a fare scelte diverse e brillanti, come hanno fatto molti ragazzi che oggi sono alcuni dei migliori imprenditori al mondo:
- Daniel Gross, 21 anni avrebbe dovuto fare il militare in Israele e poi laurearsi, invece ha fondato una società e di è trasferito nella Silicon Valley “Stava cercando il modo di arrivare ad una festa, quando a ideato CUE un’applicazione che funziona come un’assistente personale virtuale.
- Mkael Bernstein, dopo il servizio militare in Svezia è andato prima in Russia poi a Stanford ma dopo due anni ha lasciato gli studi per lanciare Verbling.com, un sito che permette alle persone che vogliono imparare o perfezionare le lingue, di confrontarsi e parlare con dei madrelingua.
- Santiago Siri, a 9 anni ha imparato a programmare i computer e a scuola era uno studente mediocre; oggi a 30 anni gestisce una società di software di forte successo a Buenos Aires la sua città natale.
- David Rusenko, a 20 anni è diventato un manager di successo ha abbandonato gli studi per fondare WEEBLY; oggi 20 milioni di persone usano il suo sito per crearne uno gratuitamente.
Queste e altre tantissime esperienze di vita che dimostrano che quando si ha un’idea brillante ed innovativa bisogna rischiare, soprattutto se si è giovani e in periodi di crisi, perché questi sono i momenti in cui
si rischia di meno.
Oggi anche in aula nascono le Start-Up, in USA precisamente a Princeton, ad esempio, esiste la Innovation Garden una specie di incubatore per le imprese degli studenti; molto simile all’Innovation Accademy.
Il FOM Tedesco è una delle nuove università che formano gli studenti per le carriere aziendali; oppure in Olanda l’università di Twete mira a far diventare i suoi iscritti imprenditori.
In meno di 25 anni l’università olandese a formato 600 imprese Spin-off (iniziativa imprenditoriale alla quale l’università partecipa in qualità di socio, avente come scopo lo sfruttamento dei risultati della ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi derivati dall’attività di ricerca dell’università).
Anche in Italia ci si sta muovendo verso le
Start-Up attraverso gli incubatori e laboratori per i giovani imprenditori.
Gli incubatori sono come un tutorship attraverso il quale le migliori idee vengono selezionate ed adottate da imprese segnalate da Confindustria come già avviate e consolidate, in questo modo aiutano le Start-Up a svilupparsi business sostenibili.
I Laboratori, sono dei veri e propri corsi dove si indirizzano i futuri imprenditori a pianificare e realizzare una Start- Up di successo.
Si spingono le Stat-Up anche con i prestiti, per le nuove e giovani imprese più valide che con una durata massima di 60 mesi possono coprire il 100% del costo del progetto e non ha bisogno dell’assistenza di garanzie reali.
Inoltre laddove sia possibile, si può ricorrere al
Fondo di Garanzia per le Pmi (Piccole Medie Imprese le cui dimensioni rientrano entro certi limiti occupazionali e finanziari prefissati), nonché attingere ad una provvista da Fondi Bei consentendo l’applicazione di condizioni ancora più vantaggiose. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Patriza Lupi © RIPRODUZIONE RISERVATA
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